Bagno aromatico

martedì 27 dicembre 2011

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Immagine reperita in rete: http://essenzaautentica.it

Il bagno aromatico con oli essenziali, è un momento di benessere per eccellenza. E' una tecnica molto semplice e pratica, ma di sicura efficacia per mantenersi in forma, rilassare o energizzare la nostra mente ed il nostro corpo, ottima per i nostri muscoli ed il nostro apparato articolare. Gli oli essenziali possiedono virtù davvero importanti, sia attraverso la penetrazione cutanea che attraverso l'olfatto, la respirazione. Saranno un dolce rimedio anche per le problematiche delle vie respiratorie mentre noi ci stiamo godendo un benefico bagno .
Disperderemo, dunque, 10/15 gocce del nostro o dei nostri oli preferiti e più adatti allo scopo che ci prefiggiamo in un bicchierino di yogurt, latte o miele, avendo cura di miscelare bene il composto che poi andremo a unire all'acqua del nostro bagno. Potremo altresì aggiungere qualche manciata di sale marino.

Per un bagno rilassante: 6 gocce di olio essenziale di lavanda vera, 6 gocce di olio essenziale di arancio dolce, 3 gocce di olio essenziale di legno di rosa. 1 cucchiaio di miele in cui andremo a disperdere i nostri oli essenziali, 3 bicchieri di sale marino o di sale di Epsom, petali di rosa da aggiungere all'acqua prima di immergerci.

Per un bagno tonificante: 5 gocce di olio essenziale di ginepro, 4 gocce di olio essenziale di menta, 3 gocce di olio essenziale di pompelmo. 1 bicchierino di yogurt in cui andremo a disperdere i nostri oli, qualche rametto di rosmarino da aggiungere all'acqua prima di immergerci.

Burrocacao: coccao

domenica 18 dicembre 2011

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E' arrivato il freddo e le labbra vanno protette ed idratate. Ecco una ricetta veloce e assolutamente "gourmand", dal profumo golosissimo. Irrinunciabile!!

Ingredienti:
  • 5 g. burro di karitè
  • 5 g. burro di cacao
  • 5 g. di cera d'api
  • 2 cucchiaino olio di ricino
  • 1 cucchiaino olio di mandorle dolci
  • 1 cucchiaino di miele
  • 3 gocce di estratto aromatico di cocco
  • 2 gocce di estratto aromatico di vaniglia
  • Vitamina E 2 gocce
Fate sciogliere a bagnomaria il burro di karitè, il burro di cacao e la cera d'api che avrete precedentemente ridotto a scagliette. Quando il tutto si sarà sciolto aggiungete l'olio di ricino, l'olio di mandorle dolci, ed il  miele. Togliete dal bagnomaria e continuando a mescolare non appena comincia ad addensare, molto velocemente aggiungete l'estratto aromatico di cocco, l'estratto aromatico di vaniglia e la vitamina E. Mescolate bene e colate nelle scatoline che avrete precedentemente predisposto.

I contenitori del vostro "coccao"  possono essere anche di recupero: scatoline di latta delle caramelle per esempio, oppure piccole jar di cosmetici che avete terminato (perfette quelle delle miche). Insomma, non buttate mai via nulla e riciclate quanto potete!! 
- Antonella -

Trattamento rinforzante per mani e unghie

martedì 13 dicembre 2011

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Oggi prepariamo un bagno fortificante per avere  le mani con la pelle morbida, diafana, levigata e con unghie forti che non si sfaldano o spezzano. Cominciamo!!

Cosa ci serve?
  • olio di ricino (io uso la marca Forsan e mi trovo molto bene)
  • olio di mandorle dolci (anche in questo caso la marca è Forsan, buon prodotto)
  • olio essenziale di limone
  • vitamina E

Come procediamo?
  • mettiamo 50 g di olio di ricino in una ciotolina di vetro;
  • uniamoci 35 g di olio di mandorle dolci;
  • mescoliamo bene;
  • aggiungiamo ora 50 gocce di olio essenziale di limone;
  • mescoliamo nuovamente;
  • infine uniamo 5 gocce di vitamina E (circa 0,2 g);
  • misceliamo bene il composto;
  • trasferiamo il tutto in una jar in vetro o in una bottiglietta.
Utilizzeremo il composto per fare dei "bagni" alle mani ed alle unghie della durata di circa venti minuti. Dopodichè massaggeremo bene ed elimineremo l'eccesso con uno scottex morbido. Potremo usare la miscela anche sulla pelle secca dei talloni! Ricordiamo di non esporre le mani al sole nelle otto ore seguenti l'applicazione perchè l'olio essenziale di limone è fotosensibilizzante.
 La durata del composto, se fatto osservando le norme igieniche e se ben conservato, è di circa 3 mesi, ma sicuramente lo finiremo prima!! Non dimenticate comunque di tenerlo riposto al buio e al riparo dal calore.

- Antonella CromoBologna -

L'acne

mercoledì 7 dicembre 2011

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Oggi parliamo di acne. Proviamo ad attaccarla da vari fronti con l'indicazione di qualche rimedio tra i tanti possibili, ...ma da qualche parte dovremo pure cominciare!!

DEFINIZIONE
L'acne e' una dermatosi infiammatoria del follicolo pilosebaceo e del tessuto perifollicolare, che si localizza soprattutto al volto e al torace. e' caratterizzata dalla presenza contemporanea o in fasi successive di comedoni, papule, pustole o cisti, con esiti talvolta cicatriziali, decorso cronico e riacutizzazioni. [...]  Per chi è interessato a leggere tutto l'articolo rimando al link specifico: acne.it

In fitoterapia possiamo prenderci cura dell'acne attraverso tre modalità:
  • agire sull'infezione per viai nterna e locale
  • correggere eventuali disordini epato-intestinali per mezzo di una disintossicazione generale
  • in caso di problematiche ormonali (pubertà, adolescenza, sindrome premestruale,..) impiegare piante ad azione follicolino-simile.
C'è una pianta che ha un ruolo molto importante per il trattamento di questo disturbo: la BARDANA che ha attività antibatterica nei confronti dello stafilococco e attraverso la stimolazione delle ghiandole sudorifere aiuta l'eliminazione dei residui della degenerazione cutanea che portano alla formazione dei punti neri e dei comedoni.

La radice di Bardana è ricca di inulina (un interessante prebiotico), pollini, polieni, steroli ed altre sostanze che le conferiscono attività batteriostatiche e fungistatiche degne di nota. Della bardana non si utilizza soltanto la radice ma anche le foglie che vanno raccolte il primo anno e utilizzate fresche. Anch'esse ricche di inulina, contengono un principio amaro chiamato arctiopicrina, probabilmente responsabile delle sua proprietà fitoterapiche. L'uso esterno di queste foglie è indicato in caso di affezioni cutanee come foruncoli, acne, herpes, ustioni, dermatosi seborroiche ecc.). Ha anche proprietà diuretiche, diaforetiche, depurative, ipoglicemizzanti e stimolanti il fegato e la cistifellea.

PREPARIAMO UNA TISANA
  • 5 g di radice di bardana
  • 200 ml di acqua fredda
Portare ad ebollizione l'acqua contenente la radice taglio tisana della bardana e lasciare per 5 minuti a fiamma bassa. Filtrare e berne 3 tazze al giorno.

PREPARIAMO UNA CREMA CONTRO L'ACNE (Duraffourd)
  • T.M. di calendula officinalis 10 g
  • Zinco ossido 6 g
  • Talco veneto 2 g
  • Acqua distillata 60 g
  • eccipiente gelatinoso q.b. a 200 g
Da usare 2 volte al giorno. Personalmente, come eccipiente gelatinoso, mi piace il gel di aloe, ma voi potete usare ciò che ritenete più oppurtuno.
Grazie al Dott. Piergiorgio Chiereghin e Mypersonaltrainer

Il Biancospino

sabato 3 dicembre 2011

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Gli effetti del biancospino sono numerosi e di vario tipo, influiscono su molti sistemi dell'organismo che partecipano al processo di guarigione e le innumerevoli proprietà dell'aglio giustificano il suo inserimento tra i veri e propri tonici.
Il biancospino è la pianta del cuore per eccellenza.  Regola la frequenza cardiaca, migliora la circolazione coronarica e la nutrizione del muscolo cardiaco. E' un ipotensore, un cardiotonico, un antispasmodico che ha la funzione di calmare le palpitazioni, diminuire lo stress e facilitare il sonno grazie ai flavonoidi (steroli e triterpenici ) contenuti nella pianta. Lavora molto bene in sinergia con l'aglio.

Gli studi effettuati mostrano che l'attività principale del Biancospino si esplica a livello del sistema cardiocircolatorio con un reale miglioramento della resistenza allo sforzo. E' stato dimostrato che tali effetti sono sicuramente legati alla presenza di procianidine oligomere e di flavonoidi quali la vitexina (e il suo ramnoside), resta ancora da dimostrare il contributo dei triterpeni pentaciclici. 

Il biancospino non è un digitaloide, non contiene cioè alcuna sostanza di carattere digitalico. Nei manuali più vecchi si trova trattato il biancospino ancora accanto ai digitaloidi e questa originaria interpretazione ha portato a una deplorevole confusione di idee; glicosidi simildigitalici o ulteriori principi attivi, con cui viene compensato un cuore insufficiente, nel biancospino non sono presenti.  Adesso è assodato che il biancospino è realmente una vera e propria pianta medicinale per il distretto cardiaco e per le patologie circolatorie, con particolari possibilità di azione. 

Anche qui è risultato che l'effetto totale è il prodotto della somma di una serie intera di principi attivi, dei quali ciascuno singolarmente preso è troppo scarso per poter essere sufficientemente obiettivato in un esperimento farmacologico, però, l'insieme dei vari componenti, così come essi si trovano naturalmente mescolati in natura, ha proprio un effetto specifico e di alto valore. Chiaramente i singoli principi non agiscono solo per reciproca addizione o sinergicamente, ma si potenziano in modo specifico. E' una pianta ricca in flavonoidi che possono rappresentare circa il 2% del peso della vegetale secco. Copiosi sono ugualmente i proantocianidoli, che sono capaci di rappresentare fino al 3% del peso della pianta essiccata.  I principali sono l’iperoside, lo spireoside, il rutoside e la quercetina. Sono presenti anche mono-C-eterosidi di flavoni, in particolare vitexina, orientina e 2-ramnosil vitexina.  Sono vigenti anche acidi triterpenici penta ciclici ed in particolare acidi ursolico, oleanolico e crategolico, aminoacidi aromatici e amine cardiotoniche.

Il Biancospino è un vegetale che si utilizza da molto tempo come medicamento per le sue provate azioni cardioattive e calmanti.  Invero, il comportamento sul sistema nervoso non deriva da eventi diretti ma come conseguenza dell’ opera normalizzante del ritmo del cuore, dato che la pianta favorirebbe il superamento dei segnali cardiovascolari dell’ansia, anziché possedere una propria condotta sedativa sui circuiti neuronali.  Per quanto ha attinenza agli eventi di carattere cardiovascolare dopo l’assunzione di Biancospino, essi paiono convalidati da tutte le ricerche volte in questa direzione con riscontri nell’aumento del flusso coronarico per vasodilatazione coronarica, azione dromotropa positiva, inotropa positiva e batmotropa negativa.  Si riscontra altresì una discreta azione antiaterosclerotica e ipolipemizzante ed anche un’azione “scavenger” antiossidante.  Le funzioni medicamentose si ritengono doversi conferire ai flavonoidi (iperoside, vitexina) e agli oligomeri procianidinici presenti nei frutti e nelle foglie che, tuttavia, non sono il principio attivo del Biancospino. Il procedimento d’intervento è controverso e si è fatta un'ipotesi di blocco della c-AMP-fosfodiesterasi (Rossi M, 1992; Schussler M et al, 1995a) anche se osservazioni più attuali non paiono attestarlo (Muller A et al, 1999).  Un procedimento funzionale attendibile potrebbe essere l’inibizione dell’enzima convertente l’Angiotensina (ACE) o un’interruzione dei canali del potassio. 

Funzione cardiovascolare 
Il Biancospino è dotato di una notevole attinenza nei riguardi del cuore, collegata particolarmente ai flavonoidi e ai proantocianidoli.  Determina una vasodilatazione dei vasi sanguigni addominali e specialmente di quelli coronarici che trasportano il sangue al muscolo cardiaco; essa è causata dal rilascio delle fibrocellule dei muscoli della parete dei vasi sanguigni, con accrescimento della corrente sanguigna in tali zone del corpo. Diminuisce il ritmo cardiaco in maniera sensibile e accresce l’azione della digitale sul muscolo cardiaco.  Oltre a ciò i flavonoidi determinano un espansione dei vasi sanguigni, che determina una abbassamento della pressione arteriosa. Il Biancospino è perciò molto utile per contrastare l'angina pectoris, nelle nevrosi del cuore, nelle condizioni di ipereccitabilità con scompensi e nell' ipertensione arteriosa, soprattutto se di derivazione nervosa.  Di recente sono state eseguite diverse ricerche testate clinicamente su pazienti con insufficienza cardiaca moderata, che hanno comprovato che l'estratto secco titolato di Biancospino può moderare efficacemente la frequenza cardiaca, il rigonfiamento alle caviglie e la pressione arteriosa, manifestando altresì un'azione di rafforzamento della capacità contrattile del cuore ed una considerevole diminuzione dei sintomi che affliggono queste persone, senza la manifestazione di nessuna conseguenza collaterale negativa. 

Il Biancospino possiede anche un’apprezzabile azione calmante a livello centrale, particolarmente valida nei pazienti molto nervosi, nei quali diminuisce l'emotività, lo stato di agitazione e rende migliore il sonno.  Queste capacità ansiolitiche sono evidenziate specialmente dai tannini e dai flavonoidi vigenti in questa pianta, poichè è stato dimostrato che essi inducono un’azione sedativa e accrescono il sonno indotto dai barbiturici, anche se non è stato del tutto spiegato il modello d'azione che favorirebbe tali effetti benefici nei confronti del sistema nervoso centrale. Il Biancospino possiede una discreta azione sedativa a livello centrale, utile soprattutto nei pazienti eretistici, nei quali riduce l’emotività, lo stato ipertensivo e ne migliora il sonno.  Essa sembra dovuta soprattutto ai tannini presenti in questa droga; è stato dimostrato che essi riducono l’attività locomotoria, potenziano il sonno indotto dai barbiturici, diminuiscono le contrazioni addominali indotte dall’acido acetico e riducono la reazione da calore applicato sulla cute, anche se non è chiaro il meccanismo d’azione responsabile di questi effetti a livello del sistema nervoso centrale. Un ruolo in questo senso potrebbero avere anche i flavonoidi, in particolare i glucosidi dell’apigenolo, poichè si è recentemente potuto dimostrare che alcuni di loro, quali apigenolo e crisina, potrebbero esplicare attività benzodiazepinica con effetti anticonvulsivanti, ansiolitici e moderatamente ipnogeni, dal momento che sarebbero in grado di legarsi ai recettori delle benzodiazepine sia centrali sia periferici. Decisamente importante è la capacità dei principi attivi del Biancospino di permetter al corpo di catturare i radicali liberi e di limitare l'ossidazione delle particelle di colesterolo che cercano di attaccarsi alla parete dei vasi sanguigni dopo aver subito l’ossidazione. Con questo procedimento impediscono uno degli episodi necessari alla creazione delle placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni. 

Va utilizzato con attenzione in pazienti affetti da bradicardia conclamata (battito cardiaco al di sotto dei 60 pulsazioni al minuto) o di disturbi della propagazione dell’impulso elettrico nel cuore. Nessuna conseguenza nociva è stata rilevata in seguito alla somministrazione per bocca di quantità pari a 30, 90 o 300 mg per kg di peso al giorno per 26 giorni. Accresce l'effetto della digitale sul muscolo cardiaco ed aumenta l'azione ipotensiva dei beta bloccanti e di altri medicinali provvisti di questa attività.  Evitate in caso di bassa pressione del sangue causata da problemi alle valvole cardiache.